L'appuntamento per la partenza
alle 7 è un po' ritardato dalla difficoltà della cucina dell'hotel
a capire il desiderio di Maggie ricevere una omelette vegetariana,
per me va bene quella con la salsiccia. Operazione che riesce solo al
secondo tentativo. Poi via con la nostra Toyota verso il nord, con
destinazione il Parco Nazionale del Kutai, a nord di Sengata. Il
viaggio dura 4 ore e passa per una regione collinosa e in gran parte
fra enormi piantagioni di palma da olio, caucciù, banane e
granoturco. La strada è un continuo su e giù, e in molti punti è
in cattive condizioni con ampi buchi e zone scoscese.


Una vera sfida
per il pilota perché all'uscita di ogni curva potrebbe esserci un
buco tanto grande da farci stare l'auto intera. Per di più è
percorsa da molti camion puzzolenti e lenti. Il nostro esperto
pilota Budi, è costantemente in sorpasso, rischiando in particolare
per le auto in contromano che facendo la stessa manovra vengono a
trovarsi sulla nostra carreggiata. Un paio di volte, Budi, per
evitare lo scontro, deve uscire anche fuori dall'asfalto! A metà
percorso circa ci fermiamo a vedere il monumento che ci segnala che siamo sul merdiano 0.00, cioe sulla linea dell'Equatore; da qui via siamo rientrati nell'emisfero Nord. Passiamo poi a lato della città di Bontong, che Suryadi ci dice
di essere poco interessante per la presenza di raffinerie e del porto
di carico del petrolio, Ci fermiamo per il pranzo in un ottimo e
pulitissimo ristorante Makan Padang a Sangata Poi continuazione in
auto fino al fiume da dove con una barca veniamo portati fino al Camp
Kakap, del Kutai National Park. Il primo ad accoglierci è un gatto
bianco, poi arriva il cheef-ranger che ci accoglie dandoci alcune
indicazioni sulla dimensione e

caratteristiche del Parco, il quale ha
200'000 ettari di estensione e ospita ca. 6'000 Urang Utang. Sono
però una trentina quelli che vengono costantemente monitorati e sono
avvi stabili dai turisti in visita della parte a sud, quelle di
Prevab dove simo ora. Dopo aver preso possesso della spartana camera
provvista di zanzariera, partiamo subito alla ricerca degli Urang
Utang, che qui, a differenza di altri posti vivono ancora allo stato
selvaggio. Fatti un paio di Km nella foresta avvistiamo due turisti
accompagnati dalle loro guide locali, che ci dicono di aver visto e
seguito per due ore una coppia di

Urang Utang che adesso sono
nascosti sui rami alti di una enorme pianta sopra di noi. E' solo
grazie ai due “pedinatori-ricercatori” che li stanno studiando
seguendoli in ogni spostamento che fanno, che ci sarà possibile
vederli. Oggi stanno proprio seguendo un maschio ed una femmina che
stanno seguendo da diversi gioni. Loro ci dicono, lavorano per un
progetto finanziato da un magnate Giapponese, amante dello studio
degli Urang Utang. Solo dopo due ore di paziente attesa, e non senza
tralasciare qualche stimolo acustico, che riusciremo a intravvederli
quando iniziano a muoversi fra il fogliame.

Poi il più piccolo
lascia la sua postazione per spostarsi lentamente fra una pianta e
l'altra per un centinaio di metri. Noi tutti con le loro macchine
fotografiche lo seguiamo come dei paparazzi, finché vediamo che
capiamo che anche lui si è impaurito, ci dicono, che è forse perché
è ancora giovane ed inesperto. Intanto inizia anche a farsi buio per
cui è meglio ritornare al campo base e lasciare la pace notturna
agli Urang Utang. Rientrati, chiedo al capo ranger cos'è il rumore
costante e monotono che si sente dappertutto; la risposta è: ma è
la miniera di carbone della Rio Tinto a pochi Km di distanza che
lavora di continuo 24 ore al giorno. Al Camp Conosciamo Jürgen di
Amburgo che in estate lavora ed in inverno viaggia per il mondo, lo
può fare perché ha un'azienda per la coltivazione del bambù, che
condivide con una

sua partner australiana.
Intanto una nostra compagna di
avventura del pomeriggio che viaggia assieme ad un islandese si
accorge di aver perso nella foresta il suo nuovo i-phone, tanto nuovo
che non aveva neanche inserito la carta sim. Purtroppo anche dopo le
ricerche del giorno dopo lo smartPhone non verrà più trovato . Un
po sorridendo ognuno spera che non capiti nelle mani degli Urang
Utang!! Sarebbero i primi ad esperimentare le moderne tecnologie. La
sera alle 8, dopo la cena a base di pesce fritto, preparataci da
Suryadi, partiamo tutti assieme armati di pile, con il Ranger per
fare il
“Tarantula tour”. Si tratta di una interessante passeggia
nella foresta alla ricerca degli animali notturni. Sul percoorso
troviamo: cicale, rane e rospi, uccelli nel sonno profondo, varie
farfalle ed una pericolosa tarantola appena uscita da buco. Sta li
cosi ferma sotto la luce della torcia che sembra finta, a tal punto
che Jürgen prova a disturbarla con un bastoncino; è pero proprio
vera!
Il secondo giorno ci alziamo presto e abbiamo cos? l'occasione di vedere davanti al Camp diverse scimmie ed alcuni varani a cercare qualcoa da mangiare nei nostri resti alimentari. Partiamo
verso le 9.00, subito dopo la colazione
salutato Jürgen scambiandoci
gli indirizzi, per poi prendere la barca e ritornare al posteggio
dove abbiamo lasciato l'auto. Poi il viaggio continua a ritroso fino
a Balikpapan passando da Samarinda. Niente di spettacolare, il tempo
è bello fino all'entrata di Balikpapan, poi ci subiamo un breve
acquazzone per poi ritornare a splendere il sole per il tramonto.
Arriviamo verso le sei di sera mentre il sole sta tramontando.
Andremo ad alloggiare al già conosciuto Hotel Zurich, che oggi per
l'inizio del capodanno cinese, offre le camere ad un costo
promozionale di 4450'000 Rupie. Passiamo poi la sera andando
a cenare
al Ocean Resto sul bello e tranquillo lungomare di Balikpapan.
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