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mercoledì 29 gennaio 2014

30-31.01.2014: Parco Naz. Kutai con gli Urang Utand

L'appuntamento per la partenza alle 7 è un po' ritardato dalla difficoltà della cucina dell'hotel a capire il desiderio di Maggie ricevere una omelette vegetariana, per me va bene quella con la salsiccia. Operazione che riesce solo al secondo tentativo. Poi via con la nostra Toyota verso il nord, con destinazione il Parco Nazionale del Kutai, a nord di Sengata. Il viaggio dura 4 ore e passa per una regione collinosa e in gran parte fra enormi piantagioni di palma da olio, caucciù, banane e granoturco. La strada è un continuo su e giù, e in molti punti è in cattive condizioni con ampi buchi e zone scoscese.
Una vera sfida per il pilota perché all'uscita di ogni curva potrebbe esserci un buco tanto grande da farci stare l'auto intera. Per di più è percorsa da molti camion puzzolenti e lenti. Il nostro esperto pilota Budi, è costantemente in sorpasso, rischiando in particolare per le auto in contromano che facendo la stessa manovra vengono a trovarsi sulla nostra carreggiata. Un paio di volte, Budi, per evitare lo scontro, deve uscire anche fuori dall'asfalto! A metà percorso circa ci fermiamo a vedere il monumento che ci segnala che siamo sul merdiano 0.00, cioe sulla linea dell'Equatore; da qui via siamo rientrati nell'emisfero Nord. Passiamo poi a lato della città di Bontong, che Suryadi ci dice di essere poco interessante per la presenza di raffinerie e del porto di carico del petrolio, Ci fermiamo per il pranzo in un ottimo e pulitissimo ristorante Makan Padang a Sangata Poi continuazione in auto fino al fiume da dove con una barca veniamo portati fino al Camp Kakap, del Kutai National Park. Il primo ad accoglierci è un gatto bianco, poi arriva il cheef-ranger che ci accoglie dandoci alcune indicazioni sulla dimensione e
caratteristiche del Parco, il quale ha 200'000 ettari di estensione e ospita ca. 6'000 Urang Utang. Sono però una trentina quelli che vengono costantemente monitorati e sono avvi stabili dai turisti in visita della parte a sud, quelle di Prevab dove simo ora. Dopo aver preso possesso della spartana camera provvista di zanzariera, partiamo subito alla ricerca degli Urang Utang, che qui, a differenza di altri posti vivono ancora allo stato selvaggio. Fatti un paio di Km nella foresta avvistiamo due turisti accompagnati dalle loro guide locali, che ci dicono di aver visto e seguito per due ore una coppia di
Urang Utang che adesso sono nascosti sui rami alti di una enorme pianta sopra di noi. E' solo grazie ai due “pedinatori-ricercatori” che li stanno studiando seguendoli in ogni spostamento che fanno, che ci sarà possibile vederli. Oggi stanno proprio seguendo un maschio ed una femmina che stanno seguendo da diversi gioni. Loro ci dicono, lavorano per un progetto finanziato da un magnate Giapponese, amante dello studio degli Urang Utang. Solo dopo due ore di paziente attesa, e non senza tralasciare qualche stimolo acustico, che riusciremo a intravvederli quando iniziano a muoversi fra il fogliame. Poi il più piccolo lascia la sua postazione per spostarsi lentamente fra una pianta e l'altra per un centinaio di metri. Noi tutti con le loro macchine fotografiche lo seguiamo come dei paparazzi, finché vediamo che capiamo che anche lui si è impaurito, ci dicono, che è forse perché è ancora giovane ed inesperto. Intanto inizia anche a farsi buio per cui è meglio ritornare al campo base e lasciare la pace notturna agli Urang Utang. Rientrati, chiedo al capo ranger cos'è il rumore costante e monotono che si sente dappertutto; la risposta è: ma è la miniera di carbone della Rio Tinto a pochi Km di distanza che lavora di continuo 24 ore al giorno. Al Camp Conosciamo Jürgen di Amburgo che in estate lavora ed in inverno viaggia per il mondo, lo può fare perché ha un'azienda per la coltivazione del bambù, che condivide con una sua partner australiana. Intanto una nostra compagna di avventura del pomeriggio che viaggia assieme ad un islandese si accorge di aver perso nella foresta il suo nuovo i-phone, tanto nuovo che non aveva neanche inserito la carta sim. Purtroppo anche dopo le ricerche del giorno dopo lo smartPhone non verrà più trovato . Un po sorridendo ognuno spera che non capiti nelle mani degli Urang Utang!! Sarebbero i primi ad esperimentare le moderne tecnologie. La sera alle 8, dopo la cena a base di pesce fritto, preparataci da Suryadi, partiamo tutti assieme armati di pile, con il Ranger per fare il
“Tarantula tour”. Si tratta di una interessante passeggia nella foresta alla ricerca degli animali notturni. Sul percoorso troviamo: cicale, rane e rospi, uccelli nel sonno profondo, varie farfalle ed una pericolosa tarantola appena uscita da buco. Sta li cosi ferma sotto la luce della torcia che sembra finta, a tal punto che Jürgen prova a disturbarla con un bastoncino; è pero proprio vera!

Il secondo giorno ci alziamo presto e abbiamo cos? l'occasione di vedere davanti al Camp diverse scimmie ed alcuni varani a cercare qualcoa da mangiare nei nostri resti alimentari. Partiamo verso le 9.00, subito dopo la colazione
salutato Jürgen scambiandoci gli indirizzi, per poi prendere la barca e ritornare al posteggio dove abbiamo lasciato l'auto. Poi il viaggio continua a ritroso fino a Balikpapan passando da Samarinda. Niente di spettacolare, il tempo è bello fino all'entrata di Balikpapan, poi ci subiamo un breve acquazzone per poi ritornare a splendere il sole per il tramonto. Arriviamo verso le sei di sera mentre il sole sta tramontando. Andremo ad alloggiare al già conosciuto Hotel Zurich, che oggi per l'inizio del capodanno cinese, offre le camere ad un costo promozionale di 4450'000 Rupie. Passiamo poi la sera andando
a cenare al Ocean Resto sul bello e tranquillo lungomare di Balikpapan.



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