Come
convenuto ieri con Antony, che nel frattempo ha ricevuto anche Nigell
come cliente, oggi dopo la colazione ci sposteremo verso Tomohon.
Saremo in una zona di montagna, attorno ai 700m di altura e
tranquilla, dove il clima è più fresco e dovrebbe permettermi di
curare per qualche giorno i miei problemi cutanei. Antony arriva
puntuale dandoci subito la buona notizia che si può andare a
Tomohon, ma la cattiva notizia è che, causa di uno scoscendimento la
strada principale è bloccata,
cosi che dovremo fare un percorso
alternativo lungo il doppio del normale.Salutato Nigell che andrà
verso il Tangkoko National Park, partiamo con Antony, dopo aver
fatto una buona riserva di Rupie ad uno dei pochi bankomat BNI
funzionanti. Tanti sono fuori uso per il fango, altri non hanno la
corrente o sono off-line. Nella parte più bassa di Manado i segni
della devastazione sono evidenti anche dopo due giorni. Enormi
cataste di mobili, e rottami inutilizzabili di ogni genere vengono
ancora ammucchiate e caricate sui camion per trasportarli via. Da
alcuni parti si vedono anche gente che

minuziosamente cerca di
separare dai detriti, quanto di utile vi si trova e addirittura
togliere
strade.
Usciamo da Manado dalla medesima strada fatta all'arrivo e anche qui,
alla luce del giorno vediamo, specialmente in vicinanza dei ruscelli
e fiumi i segni della devastazione. Ne approfittiamo della bella frutta esposta per comperarci una riserva di maghi e banane per i prossimi giorni.Anthony ci dice che in realtà i
maggior danni sono stati provocati dall'apertura a monte della diga
del lago Tondano e della
concomitanza con l'alta marea sulla costa.
La diga ha dovuto essere aperta per evitare una rottura
incontrollata, con la possibile distruzione totale di Manado. Non so
se dar credito alla teoria, ma lui mi dice che non è la prima volta
che capita e le autorità non sono ancora riuscite a trovare una
soluzione! Il viaggio continua poi lungo la costa fino a Tanawanko,
da dove procediamo poi in salita verso la regione montagnosa popolata
dai Minahasa, una coltura indigena convertita dagli olandesi al
cristianesimo, in gran parte protestante. Qui dominano le chiese
cristiane, anche di notevoli dimensioni, ma non manca anche qualche
timida moschea! La strada è molto stretta
e mostra anche qui i segni
lasciati dalle ingenti piogge. Piccoli scoscendimenti e molte piante
cadute sui ponti e nelle strette valli. Sono molti i volontari
all'opera, con motoseghe, machete, pale ed ogni possibile arnese.
La caratteristica delle abitazioni dei Minahasa è che sono interamente costruite in legno, un po come i nostri chalet. Sono esposte un pò d'appertutto e possono essere scelte, acquistate e fatte trasportare sull posto dove si vuole. Anthony si ferma per mostrarcene alcune esposte al lato della
strada. Anthony riesce con la sua perizia di guida a superare ogni
ostacolo, a parte uno! Infatti continuando sulla strada principale ignora i segni fatti con le braccia da
un contadino e continua sulla strada .. fino a trovarsela bloccata da una
montagna di alberi caduti. Non resta che girare e seguire un'altro percorso alternativo per poi arrivare verso le 11 al Onong's Palace Resort situato a
ca. 5Km da Tomohon, nel villaggio di Kinalow. Qui siamo in un idilliaco
resort fra le colline della giungla, con delle capanne in legno ben
arredate e tranquille. Dopo esserci insediate in una di esse
salutiamo e ci congediamo dal nostro autista-guida Anthony, che

fa il suo ritorno a
Manado in cerca di nuovi clienti. Qui siamo a ca. 700m di altura, la temperatura è fresca (20
- 25
o
), anche se l'aria è umida spira quasi sempre un moderaro vento. A lato una foto della nostra capanna, e sotto della spaziosa camera a due letti con zanzareiere. Il
posto ideale per passare un paio di giorni in relax e curare i
malanni della mia pelle. Peccato che causa i problemi ai cavi il
collegamento a Internet non funziona, ogni giorno ci diranno che lo
riparano domani ... non ci resta che sperare! Il giorno seguente
andiamo a Tomohon, la cittadina più vicina e scopriremo che qui
Internet funziona, quindi quando avrò bisogno
faremo una capatina,
anche per diversificare la cucina che qui al Resort è un po limitata
e cara. Intanto ci godiamo questo bellissimo posto fra il verde e con
una bella vista sul cono quasi perfetto del vulcano Gunung Lokon che, quando non è
nascosto dalle nuvole, con i suoi 1595 è la presenza più vistosa
della regione. Spettacolare è il contino mutare del paesaggio con le
nebbie e le nuvole che gli fanno da contorno mutando ogni minuto la sua visione. Il Lokon è un vulcano
attivo, la cui cima può essere scalata in circa tre ore. L'idea ci attrae,
ma ci fa desistere la meteo tanto incerta che cambia ogni mezzora, passando dal
sole ad un intenso acquazzone in pochi mituti. Passiamo cosi il tempo sulla terrazza
della camera o del ristorante per aggiornare le foto, il Blog e le
altre faccende amministrative e informatiche rimaste trascurate
finora.
Anche il terzo giono dopo la colazione al Resort prendiamo
metalli e plastiche. Impressionante è la massa di fango
entrata nelle case e ancora presente sulle
Dopo i primi due giorni, costatando che le mie macchie sulla pelle
stanno migliorando, decidiamo di rimanere un giorno in più
approfittando della meteo che intanto sembra migliorare.
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