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venerdì 24 gennaio 2014

23.01.2014: ritorno a Manado

Sveglia alle 6 per fare colazione, sistemare i bagagli e farci trasportare in moto al molo di partenza delle imbarcazioni pubbliche per Manado. Prima di partire diamo un sentito saluto e congedo da Day, la nostra “coccolatrice” qui al Seagarden Cottage. In questi tre giorni ci siamo sentiti molto bene e siamo stati serviti al meglio, si può; dire quasi viziati. Non possiamo che consigliare questo bel posto, ben posizionato, pulito, cordiale, ben curato e con personale famigliare e molto gentile e disponibile.
Dopo un breve trasporto in moto fino al molo partiamo verso le 9 dal villaggio di Bunaken, con l'imbarcazione Paradise, un nome che promette bene, ma il mare davanti a noi è da mosso a molto mosso. Varie volte l'imbarcazione si alza pericolosamente sulla prua, tanto che due volte si spegne uno dei due motori perché totalmente sommerso dall'acqua. Intanto la gente non si cura dei possibili pericoli tanto che i nostri vicini, dopo aver sistemato un traballante tavolino, si mettono a giocare a carte; da come riusciamo a capire, una specie di Jass con regole indonesiane. Arriviamo al porto delle piccole imbarcazioni circa alle 10. Qui l'aspetto è molto desolante ancora segnato dai danni dal tifone e dall'inondazione di settimana scorsa. Come convenuto anticipatamente al molo ci attende il fido Anthony, che già un suo cugino, con noi sull'imbarcazione ci aveva preannunciato. Oltre a noi vi erano a bordo altri due turisti americani un po snob. Noi avremmo voluto visitare a Manado il museo e la zona commerciale del centro, ma Anthony ce lo sconsiglia sia per il traffico caotico sia perché la zona è ancora disastrata dal recente alluvione. Difatti uscendo dalla zona del porto in direzione dell'aeroporto vediamo in giro molte macerie e tanti camion ancora intenti a sgomberarle. Passando poi nella zona più disastrata, Anthony ci mostra il fiume alla causa del disastro. Ci dice che il Governo vorrebbe sgomberare la zona, perché troppo pericolosa proponendo abitazioni sicure ma la popolazione non vuole saperne di andar via. Tramite un tortuoso percorso fra le colline schivando il traffico, Anthony riesce a portarci fino all'hotel Vina a due passi dall'aeroporto Sam Rutalangi di Manado. Preso alloggio nella spaziosa camera usciamo per pranzare al ristorante cinese sull'altro lato della strada. Passiamo poi il resto del tempo redigendo il testo del Blog, girando fra i negozi e cercando un'agenzia di viaggio per stampare i i biglietti per il volo Lion Air di domani mattina.

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