Sveglia alle 6 per fare
colazione, sistemare i bagagli e farci trasportare in moto al molo di
partenza delle imbarcazioni pubbliche per Manado. Prima di partire
diamo un sentito saluto e congedo da Day, la nostra “coccolatrice”
qui al Seagarden Cottage. In questi tre giorni ci siamo sentiti
molto bene e siamo stati serviti al meglio, si può; dire quasi
viziati. Non possiamo che consigliare questo bel posto, ben
posizionato, pulito, cordiale, ben curato e con personale famigliare
e molto gentile e disponibile.
Dopo un breve trasporto in moto fino
al molo partiamo verso le 9 dal villaggio di Bunaken, con
l'imbarcazione Paradise, un nome che promette bene, ma il mare
davanti a noi è da mosso a molto mosso. Varie volte l'imbarcazione
si alza pericolosamente sulla prua, tanto che due volte si spegne
uno dei due motori perché totalmente sommerso dall'acqua. Intanto la
gente non si cura dei possibili pericoli tanto che i nostri vicini,
dopo aver sistemato un traballante tavolino, si mettono a giocare a
carte; da come riusciamo a capire, una specie di Jass con regole
indonesiane. Arriviamo al porto delle piccole imbarcazioni circa alle
10. Qui l'aspetto è molto desolante ancora segnato dai danni dal
tifone e dall'inondazione di settimana scorsa. Come convenuto
anticipatamente al molo ci attende il fido Anthony, che già un suo
cugino, con noi sull'imbarcazione ci aveva preannunciato. Oltre a noi
vi erano a bordo altri due turisti americani un po snob. Noi avremmo
voluto visitare a Manado il museo e la zona commerciale del centro,
ma Anthony ce lo sconsiglia sia per il traffico caotico sia perché
la zona è ancora disastrata dal recente alluvione. Difatti uscendo
dalla zona del porto in direzione dell'aeroporto vediamo in giro
molte macerie e tanti camion ancora intenti a sgomberarle. Passando
poi nella zona più disastrata, Anthony ci mostra il fiume alla causa
del disastro. Ci dice che il Governo vorrebbe sgomberare la zona,
perché troppo pericolosa proponendo abitazioni sicure ma la
popolazione non vuole saperne di andar via. Tramite un tortuoso
percorso fra le colline schivando il traffico, Anthony riesce a
portarci fino all'hotel Vina a due passi dall'aeroporto Sam Rutalangi
di Manado. Preso alloggio nella spaziosa camera usciamo per pranzare
al ristorante cinese sull'altro lato della strada. Passiamo poi il
resto del tempo redigendo il testo del Blog, girando fra i negozi e
cercando un'agenzia di viaggio per stampare i i biglietti per il volo
Lion Air di domani mattina.
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