Colazione semplice
con toast e marmellata e caffè all'accogliente ostello. Poi usciti
a cercare un nuovo alloggio, questo è un po angusto e tetro. Dopo un
po di ricerca troviamo l'hotel Alonto, pulito, tranquillo vicino al
mare r di recente ristrutturazione. Partiamo poi alla ricerca Tourist Office, dove un gentile e loquace signora di evidenti origini cinesi
ci spiega cosa possiamo vedere e fare qui a Sandakan. Seguendo i
suoi consigli percorriamo parzialmente il giro turistico della città.
Vediamo quindi i vari monumenti
dedicati alle vicende vissute durante la seconda guerra
mondiale,
il museo alla scrittrice americana-canadese Agnes Keith,
l'English Tea House, il tempio cinese per poi ritornare in centro
città. Il percorso è impegnativo perché parzialmente in salita e
fa molto caldo e umido. Sandakan è stata insediata dagli inglesi
nel 1879 da William Pryer, come avamposto
per la regione del Borneo del Nord. Divenne poi molto importante per
il prospero commercio
del legame, a tal punto che si dice che era la
città con più milionari al mondo, molti di più di Londra. Poi
durante la seconda guerra mondiale fu occupata dai Giapponesi. Nel
1945 per liberarla, si fa per dire, fu bombardata a zero dagli
anglo-australiani. Nel museo vediamo le varie foto fra le quali
quelle del 45 (solo macerie) e del 48 con la città già
completamente ricostruita. Anche nella casa ricostruita della
scrittrice Keith (http://en.wikipedia.org/wiki/Agnes_Newton_Keith)
vediamo molte foto storiche della città e dell'industria del legname
che le portò tanta ricchezza, però

solo per pochi!! In pratica un
bell'esempio del solito saccheggio coloniale! Il marito della Kaith
era il responsabile del “Forest Conservation Office”, che bel
nome per chi non faceva altro che partecipare al saccheggio della
foresta (allora ancora) vergine del Borneo. E' comunque interessante
vedere sul posto le immagini e le descrizioni della storia e del modo
di vivere di un parte così remota ((almeno per noi europei) del
mondo. Oggi Sandakan vive in pratica della coltivazione della palma
da olio, diventata la
monocultura imperante dell'intero Borneo. Gli
operatori turistici fanno di tutto per dare ancora un certo senso di
ambiente forestale tropicale, ma all'infuori di qualche parco
protetto, sembra esisti solo la palma da olio. Terminiamo poi il
nostro giro al pittoresco porto dei pescatori con annesso grande
mercato. E' sera ma si può ancora trovare del pesce fresco sulle
bancarelle del mercato. Poi ceniamo sul lungomare dell'ex porto
commerciale, ora

trasformato in zona pedonale e con tanti ristoranti
e bar. Sembra quasi di essere in una oasi di freschezza e
tranquillità rispetto al resto della città.
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