Translate

domenica 22 dicembre 2013

22.12.2013: da Bali a Java, Probolinggo

Ottima la colazione con panqueckes e la propria frutta del Gesthouse. Piovvigina ma fa molto caldo già di mattina presto. Alle 8.30 siamo già pronti per prendere il bus rosso per il porto dei Ferry di Gilimanuk, da dove continueremo al l'isola di Java. Percorriamo una strada che in parte attraversa la foresta di un Parco Nazionale per giungere in ca. una ora a Gilimanuk, costo 25'000 Rp a persona. Arrivati al porto presi i biglietti per il traghetto, prezzo 7'000 Rp. Alla partenza vediamo, parzialmente coperto dalle nuvole in maestoso vulcano Ijen, il cui cratere avevamo visitato l'anno scorso.
Partiamo dal terminal abbastanza presto ma poi dopo aver percorso la traversata rimaniamo fermi quasi un'ora per entrare nel porto di arrivo di Ketupan. Non capiamo perche gli altri traghetti continuano a superarci mentre noi siamo li fermi ad aspettare. Ad un certo punto anche agli autisti delle auto sul traghetto perdono la pazienza e cominciano a suonare il clacson. Verso le 11.30 finalmente scendiamo su suolo Javanese. Evitando tutti quelli che ci vogliono proporre i loro servizi di trasporto ci incamminiamo verso la stazione ferroviaria di Banyovangi che sappiamo essere a soli 200m dal terminal. Un taxista per cercare di convincerci a salire con lui ci dice che la stazione è a 4km! Arrivati alla
Staziun del Kereta Api, cosi si chiama il treno in indonesiano, prendiamo i biglietti per Probolinggo e ci mettiamo in attesa. Per un viaggio di 6 ore con treno “Economy Class”ma con aria condizionata, che ne avremmo fatto a meno, paghiamo 18'000 Rp, ca 1.50 CHF, niente in confronto alle tariffe FFS. Poi mentre passa largamente l'ora della partenza ci accorgiamo che Java ha un'ora in meno rispetto a Bali. Ci rimane cosi ancora il tempo per comperare un po di viveri e acqua per il lungo viaggio. Il treno si dimostra però subito sottodimensionato per il numero dei passeggeri in attesa, e già per trovare il nostro posto sebbene sia numerato dobbiamo lottare non poco. Notiamo molta gente che ha il
biglietto, ma senza prenotazione, e cerca di sistemarsi dove può. Il treno parte puntuale con ogni posto occupato, sarà cosi per tutto il viaggio con gente che si siede o sta in piedi d'appertutto. Ad un certo punto anche la puzzolente toilette viene occupata da due passeggeri. Alla terza stazione sale un anziano, ma arzillo passeggero che mi chiede a gesti di scambiare il posto in modo che i possa sedermi vicino a Maggie. Capiremo più tardi che la sua intenzione era di potersi sedere vicino al finestrino e nella direzione di marcia del treno. Malgrado lui non parla una parola di inglese e noi poche di indonesiano riusciamo a scambiarci a gesti molte informazioni. Poi sale un gruppo di giovani quindicenni che vogliono
parlare con noi in inglese e fanno da interprete per il loro anziano connazionale, che trattano con estremo rispetto. Ne sorge un continuo scambio di battute accomapagnate da risate, battute e sorrisi. A Jamber, la stazione principale della linea l'anziano scende, ma salgono ancora più persone e la gente continua a comprimere i pochi centimetri quadrati disponibili. Intanto il paesaggio, dopo la salita fino ai ca 600m/slm del punto più alto muta diventando una serie senza fine di piantagioni di riso ora allagate dalla pioggia stagionale. Alle 18.20 giungiamo puntuali alla Staziun di Probolinggo, dove intanto piove a dirotto. Attendiamo un po ma poi dobbiamo arrenderci e prendere un Bemo (specie di mini-bus) che ci porta fino all'hotel Tamperto Plaza dove nella hall incontriamo Nello Dell'ambrogio e la moglie Lillis con i quali avevamo l'appuntamento. Dopo i saluti e i convenevoli, visto l'orario, usciamo subito a cena. Qui a Java infatti i ristoranti hanno la cattiva abitudine di chiudere già alle 21.00. Dopo un po di ricerca finiamo nel medesimo ristorante cinese, il Sumber Hidup, già conosciuto l'anno scorso. Qui ci facciamo servire un pesce gurami alla griglia da un Kg accompagnato da una buona dose di birra Bintag.Fatto ritorno con una corsa speciale in bejak (il triciclo a pedali per due passeggeri),
torniamo poi all'albergo con una scorta di birre e arachidi per terminare la serata e festeggiare l'incontro.


Nessun commento:

Posta un commento