Stamattina ci
svegliamo già alle 6.30 dai primi rumori, ma in particolare dai
raggi di sole che entrano dalle fessure della porta della nostra
camera. Dopo la pioggia di ieri non ci sembra neanche vero di vedere
un cielo così blù. Riceviamo la colazione dalla figlia del
proprietario e con nostra positiva sorpresa constatiamo che ogni
giorno è stata variata la composizione, il caffè e la frutta mista
è uguale ma per esempio stamattina invece dei panquekes del primo
giorno, riceviamo dei toast con un uovo fritto, ieri avevamo una
omelette con verdura. Anche questo è il vantaggio di risiedere in un
pensione famigliare.
Partiamo poi per rifare il giro del centro ed
ecco che ci imbattiamo
subito in una processione indù che sfila
sulla strada principale ed entrare nel tempio adiacente. Ci dicono che
è una cerimonia funebre, a differenza che da noi qui sono vestiti
tutti in bianco!
Davanti alla piazza centrale “assumiamo” Imadè che sarà il nostro taxista per il viaggio fino al villaggio di Toya Bankah sul lago Batur, dove abbiamo prenotato il nostro
prossimo
alloggio. Nel costo del viaggio di 250K Rupie gli faccio includere anche una
visita speciale nelle vicinanze della città di Gianyar, dettagli
seguono! Noi visitiamo poi il museo Puri Lukisan che espone la
storia dell'Arte balinese con opere che vanno dal 1'600 ad oggi. Prima
della visita ci viene offerto, incluso nel prezzo, un buon caffè
locale con tre pezzi di torta, di patata dolce, cioccolato e cocco;
una ottima idea per assumere l'energia per visitare le tre ampie sale
del museo. Fra le opere viste vi sono le notevoli ed enormi sculture in
legno, cosi come le vecchie stoffe dipinte a mano, addirittura alcune dtate inizio 1'600, con figure ed immagini
cerimoniali.Intanto noi torniamo a preparare i bagagli ed essere pronti
alla partenza fissata per le 13.30. Tutto procede regolarmente, ma
poi davanti al "nostro Tempio-Alloggio" verso le 13, inizia un assembramento di persone in abiti
religiosi, ci dicono che proprio nel tempio a noi adiacente si sta
preparando una cerimonia con musica e canti. Ci sarebbe piaciuto
assistere, ma ancora prima che iniziasse, ecco arrivare il nostro taxista. Per uscire dobbiamo driblare con i nostri ingombranti
bagagli la folla dei presenti per poter raggiungere l'auto e partire.Ho chiesto al
nostroImadè di portarci a visitare un centro di compostaggio
“Temesi Receiclyng” nelle vicinanze di Gianyar un pochi Km a sud
di Ubud.
Si tratta di un centro creato nel 2004 da un pensionato
Svizzero, David Küper, che aveva lavorato lungo tempo in Indonesia
per l'aiuto allo sviluppo. Nel 2008 ha addirittura ricevuto un
prestigioso premio dall'ONU quale “Showcase Project” per la
regione dell'Asia e Pacifico. Arrivati sul posto riusciamo ad avere
da parte della sorvegliante il permesso di visitare l'impianto, che
nella attuale conformazione riesce a trattare 50ton al giorno di
rifiuti organici producendo 15ton/giorno di composto per
l'agricoltura. Qui sinistra un'immagine della zona di apporto e separazione rigorosamente maanuale dei rifiuti urbani della regione. Chi è interessato a maggiori info può visitare le
seguenti pubblicazioni:
http://www.baliblog.com/travel-
tips/recycling-in-bali.html
https://www.facebook.com/t.recycling e un interessante studio sulla sostenibilità della struttura, vedi:http://www.eawag.ch/forschung/sandec/publikationen/swm/dl/gianyar.pdf. Allo
stato attuale il centro non è autosostenibile dal punto di vista
economico, ma lo è largamente per quello ecologico ed è diventato
un po' il progetto guida per il governo indonesiano. A sinistra l'immagine della zona dove il compost viene preparaato per essere messo nei sacchi. Qui il
problema dei rifiuti in generale è ancora molto in ritardo, un po
come da noi negli anno 50 – 70, quando si preferiva far scomparire
i
rifiuti ai lati dei fossati o nella prima scarpata che si trovava. Il problema maggiore oggi è quello della plastica, che, da quanto ci dicono viene in parte raccolta e esportata (in Cina???) per essere riciclata. Di certo è che ne rimane in giro ancora molta, ai lati delle strade, nei canali e un po d'appertutto! Forse un OKKIO indonesiano potrebbe aiutare a migliorare qualche apetto del complesso problema dei rifutialmeno in questi posti, che dovrebbero essere i "Paradisi turistici" del paese. Infine l'ultima immagine mostra il prodotto finito per la vendita.
Dopo questa visita, che sicuramente il nostro Imadè ha trovato un po stana per l'interesse di un turista, ci porta ad una più congeniale per la sua attività: ci porta infatti a visitare una fattoria di produzione organica (come qui chiamano il Bio), di caffè, di tè, cacao e spezie varie, la Agrowisata SATRIA”. Interessante la degustazione di 10 differenti qualità di tè e 5 di caffè fra i quali il famoso caffè Luwak, trattato dalla
digestione tramite il corpo di un animale, simile a un gatto,
chiamato appunto Luwak.Intanto sul viaggio inizia piovere e non
riusciamo a vedere gran chè durante il viaggio fino a Kintamani e
all'entrata della grande caldera del vulcano Batur. Fra la nebbia
scorgiamo il lago e il villaggio di Toya Bankah dove soggiorneremo. Arriviamo alle 17 e riceveremo assegnata la camera 10, l'unica oggi
occupata, dell'hotel Arlina che al momento della prenotazione su
Agoda.com ci davano come ultima disponibile. Forse era per il prezzo
speciale di 20CHF? Organizziamo poi subito il trekking di domani al
Batur, decidiamo per il “giro lungo” di 5 – 6 ore per il
prezzo, non proprio speciale, di 65$ a testa. Prima di cenare
all'Arlina, l'unico ristorante un po' potabile, facciamo un giretto a
piedi per visitare il paese che però in se oltre al paesaggio
attorno non ha tanto da offrire. La cena è a base di pesce Tilapia
ben speziato del lago Batur. Andremo a letto presto per poter partire
nel mezzo della notte per la scalata a Batur e poter vedere l'alba
alle 6 di mattina, sempre sole permettendo!


Davanti alla piazza centrale “assumiamo” Imadè che sarà il nostro taxista per il viaggio fino al villaggio di Toya Bankah sul lago Batur, dove abbiamo prenotato il nostro



rifiuti ai lati dei fossati o nella prima scarpata che si trovava. Il problema maggiore oggi è quello della plastica, che, da quanto ci dicono viene in parte raccolta e esportata (in Cina???) per essere riciclata. Di certo è che ne rimane in giro ancora molta, ai lati delle strade, nei canali e un po d'appertutto! Forse un OKKIO indonesiano potrebbe aiutare a migliorare qualche apetto del complesso problema dei rifutialmeno in questi posti, che dovrebbero essere i "Paradisi turistici" del paese. Infine l'ultima immagine mostra il prodotto finito per la vendita.
Dopo questa visita, che sicuramente il nostro Imadè ha trovato un po stana per l'interesse di un turista, ci porta ad una più congeniale per la sua attività: ci porta infatti a visitare una fattoria di produzione organica (come qui chiamano il Bio), di caffè, di tè, cacao e spezie varie, la Agrowisata SATRIA”. Interessante la degustazione di 10 differenti qualità di tè e 5 di caffè fra i quali il famoso caffè Luwak, trattato dalla

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