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sabato 8 marzo 2014

08 - 09.03.2014: a Malacca

Stamattina,appena mi collego a internet per verificare la posta elettronica, rimango scioccato dalla notizia della sparizione di un aereo della Malaysia Airways con 240 persone a bordo sul volo KL – Bejing. Le prime notizie sono lasciano qualche speranza in un possibile ritrovamento, ma poi si conferma la sparizione senza speranza ddi ritrovamento. E pensare che noi abbiamo appena fatto due voli con la Malasya Ailways! Non rimane che attendere ulteriori dettagli, sembra infatti essere un mistero le ragioni della disgrazia.
 
Noi intanto ci mettiamo in movimento per cercare un posto per la colazione e per iniziare a visitare la pittoresca Chinatown, qui chiamata Jonker Walk. Troviamosubito il Jonker Hotel dove riceviamo un'ottima colazione alla western con omelette, toast, succo di frutta e caffè. Oggi è sabato e la città inizia ad essere invasa dai visitatori cinesi provenienti da Singapore ma tanti anche da Honk Kong o dalla Cina. È una vera invasione di gruppi altamente rumorosi che girano per le strade con tutti i tipi di arnesi elettronici per fotografare o per orientarsi. Sono
straordinarie le pose che si mettono per autofotografarsi con gli i-phone ed i tablet! Noi per un'oretta facciamo passare i vari negozi di artigianato, di souvenirs e di cianfrusaglie antiche; qui cosi popolari per i nostalgici ed i sinologi. Poi ci incamminiamo verso la “zona europeizzata” dalle vecchie costruzioni portoghesi ed olandesi, per cercare dei francobolli all'ufficio postale. Niente da fare oggi la posta è chiusa, perché è il primo sabato del mese; una regola stranissima, ma che fa stato! Ne approfittiamo della vicinanza per visitare il negozio
di tè (YeeTea House) che avevamo già conosciuto durane la visita di cinque anni fa. Ci accoglie la signora, che ci dice di riconoscerci. Anche noi non abbiamo difficoltà a riconoscere il negozio in quanto è ancora tutto come prima, anche la polvere sui mobili potrebbe essere quella di cinque anni fa! Facciamo la spesa comperando una buona scorta delle varie qualità di tè, verde, rosso e nero. Continuiamo poi il nostro girovagare, sotto il sempre più cocente sole, visitando i musei dell'architettura, quello etnografico e quello dedicato
all'indipendenza della Malesia dall'impero Britannico, avvenuta solo nel non tanto lontano 1957. Tutti i musei visitati sono interessanti e sono gratuiti. Siamo rimasti stupiti, visitando il museo dell'architettura, dalla ricchezza culturale data dalle popolazioni indigene mescolata con quella islamica, cinese, indiana e dei vari colonizzatori che hanno fatta tappa in Malesia, ma in particolare a Malacca. Dedichiamo poi il resto della serata visitando la parte storica per eccellenza di Malacca, quella del forte portoghese “A Famosa”, del quale è rimasto solo un rimasuglio della “Porta de Santiago”. I portoghesi occuparono questo importante e strategico punto di passaggio dello stretto di Malacca già nel 1509. Gli olandesi dopo ripetuti tentativi, dopo un blocco navale di sei mesi, lo conquistarono nel 1642. Raggiungiamo poi sull'altura che sovrasta al città le rovine della chiesa di San Pablo (oggi Saint Paul), costruita dai portoghesi e poi trasformata dagli olandesi. Scendendo passiamo davanti allo Stadhuis, il palazzo amministrativo olandese. Da qui gli olandesi poterono mantenere per un centinaio di anni, fino all'arrivo degli inglesi il controllo dell'importante via delle spezie per il commercio fra l'Europa e l'estremo oriente. Noi termineremo la serata andando a goderci una birra fresca nell'affollata Jonker Street, prima di andare a dormire, molto stanchi dalla lunga giornata trascorsa.
Il secondo giorno lo iniziamo al relax, alzandoci un po più tardi del solito, anche perchè oggi è domenica ed il mercato sulla piazza davanti al nostro Hotel è molto ridotto per cui non siamo infastiditi dai loro rumori. Intanto le cause della scomparsa del volo MH370 della Malasya Airline, sono ancora nel mistero, non si sa di più di ieri, a parte il fatto che a bordo vi erano due persone con passaporti rubati! Noi partiamo però subito per fare colazione allo stesso ottimo ristorante di ieri, ordinando lo stesso menù, ma stavolta con il succo di frutta con il frutto del dragone di color viola. Il risultato sono la bocca e le labbra di color viola intendo, quasi fossimo diventati dei dracula!! Continuando poi la visita della Jonker Street (China Town), dove ci imbattiamo in un artista di pitture in stile Batik, con una interessante esposizione di sue opere. Si chiama G.M. Choo ed è molto popolare e umile. Ci dice che per lui non è importante la vendita delle sue opere, ma le conversazioni con i suoi clienti ed ammiratori. Peccato che le sue opere che ci interessano di più sono al disopra del nostro budget di globtrotter. Ci lascia però fotografare senza problemi,
sia lui stesso, sia le sue opere.
Noi continuiamo il giro visitando i vari templi cinesi, indiani cosi come la strana Moschea di Kampong Hulu, strana perché ha un minareto a sezione quadrata, ciò che la fa sembrare più una chiesa che una moschea. Si tratta, a quanto sembra, della Moschea più antica della Malesia essendo stata costruita già durante il periodo olandese. Notevole è anche il Cheng Hoon Teng Temple (Tempio della nuvola verde) che è il tempio cinese più antico al di fuori della Cina. In questo Tempio convivono armoniosamente le tre maggiori religioni cinesi, il Buddismo, il Taoismo ed il Confucianesimo. Lo spettacolo oggi è molto animato e pittoresco, visto che è domenica è si sta svolgendo la
cerimonia religiosa con la presenza di molti fedeli che continuano a portare le loro offerte nel Tempio. Dopo aver fatto un po' di shopping torniamo all'hotel per prender un tè, rinfrescarci per poi partire per il nostro tour del pomeriggio. Stavolta ci incamminiamo verso il porto dei Ferry, un'immensa e sovradimensionata struttura per le sole due linee rimaste, quella verso Dumai a Sumatra e quella verso Perlys a nord di Malacca. Da qui attraversiamo il fiume per andare a fare una salita con l'ascensore rotante (Taming Sari) di 90m di altezza. Interessante vedere la città allontanarsi lentamente sotto i piedi La scoperta è che l'infrastruttura è di “Suisse Made”. Ritornati terrestri partiamo in bus per recarci al “Portoguise Settlement, il quartiere portoghese, un paio di Km fuori dal centro. Arriviamo appena prima del tramonto, ma l'aria oggi è talmente opaca che anche il sole rimane pallidamente grigio. Siamo sulla costa, ma il mare è tutt'altro che attrattivo, l'acqua è grigiastra e fangosa. Dopo il giro fotografico del lungomare ci rechiamo alla zona dei tipici ristoranti di pesce portoghesi. Sono un decina di stand e tutti cercano di convincerti di andare da loro: vieni da noi al n. 1, 2, 3 ecc”.  Sono tanto fastidiosi che facciamo un grande giro per aggirarli e far passare gli stand in senso inverso. Dopo averli esaminati tutti, in particolare l'offerta di pesce fresco, scegliamo il n. 2 per farci servire un “red snapper” alla portoghese con calamari e delle melanzane in salse varie, accompagnato dalla obbligatoria birra Tiger. Ci servono gentilmente due giovani ben rotonde signore, che non ci viziano con ogni proposta ed offerta. Passiamo una bella serata con la temperatura alleviata dalla brezza del mare, prima di prendere un taxi per rientrare in centro. Il nostro giovane taxista, per mia enorme sorpresa parla portoghese e ci dice che lo fanno ancora abitualmente a casa in famiglia. Straordinario a pensare da quanti anni hanno perso il contatto con la madre patria luisitana. Mi dice che sono ancora circa in 5'000 la comunità portoghese che abita qui a Malacca. Dopo averlo salutato con “muito obrigado e boa noiche” scendiamo dal taxi vicino alla torre dell'orologio per ritornare a piedi all'hotel. Attraversando il ponte vediamo sulla riva del fiume un grosso varano che sta cercando da mangiare, una buona occasione per fargli un paio di foto ricordo. Al rientro iniziamo a sistemare i bagagli per il viaggio di ritorno di domani sera. Si, in effetti oggi è stato l'ultimo giorno intero del nostro peregrinare in terra sudest asiatica.

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