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martedì 4 marzo 2014

04 - 06.03.2014: a Kuching, la città del gatto!

Effettivamente Kuching è chiamata la città del gatti, ed in lingua malese Kuching o Kucing, vuol proprio dire gatto. Non ne è però ben chiaro il motivo, e son almeno tre le teorie per spiegarlo. Una dice che il nome deriva dalla parola cinese “cochin” che significa porto, l'altra ne da le origini al frutto Longan, anche chiamato “occhio di gatto”, molto abbondante in questa regione, l'altra ancora fa risalire il nome a quello dato dagli indigeni ad un fiume, affluente del Sarawak,



chiamato Sungei Kuching, poi scomparso coi le varie bonifiche. Da parte mia darei più credito all'ultima versione; sta di fatto che il nome originario della città era Sarawak, ma poi per non confonderla con il fiume e la regione, ne fu cambiato il nome in Kuching. Pare però chiaro che il nome ha ben poco a che fare con i gatti! Ciò non cambia il fatto che in città vi sono molti monumenti raffiguranti dei gatti, e vi è addirittura un museo dedicato interamente ai felini.
Abbiamo così la possibilità di conoscere gli usi e costumi delle etnie degli Iban, degli Orang Ulu, dei Bidayuh o dei Melanau, per citarne le più conosciute. Purtroppo queste culture stanno storicamente sparendo, sotto la pressione dei colonialisti, dei missionari seguiti poi dai grandi interessi economici che hanno portato al disboscamento quasi completo di quelle foreste che erano le basi della loro esistenza. Dopo la visita dei vari musei continuiamo il nostro cammino verso il quartiere indiano, caratterizzato dai negozi di articoli tessili, di metalli preziosi e gioiellerie. Kuching si vanta di essere la città più pulita di tutto il Sudest asiatico! A me non è sembrato. Mi è per esempio parsa più pulita per esempio, Bandar Seri Bewagan (Brunei) e Miri (Sarawak). Dice anche di essere la città più multirazziale della regione, ciò che appare abbastanza evidente vedendo i tanti negozi e ristoranti cinesi, quelli indiani, senza dimenticare le varie etnie di indigeni gli attuali “immigrati economici” filippini, indonesiani e pakistani e indiani. La sera andiamo a cena al grande complesso di ristoranti TopSpot-Seefood dove abbiamo la grande scelta di tutto quanto viene dal mare. Ci facciamo servire un bel “red snapper” accompagnato da un ottima porzione di calamari ccompagnati da verdura e riso. 
  
Terzo giorno
la giornata odierna, l'ultima sull'isola di Borneo, l'avevamo riservata per la visita del Parco Nazionale di Bako. Il posto è ideale per la vicinanza a Kuching, che permette di visitarlo facilmente in un giorno. Si tratta però di un parco forestale tropicale con accesso al mare, che pur essendo di dimensioni molto ridotte, presenta una notevole biodiversità. Siamo molto curiosi di vedere sul posto, se quanto propongono e promettono la guide e le agenzie turistiche, sono mantenute. Valutate le varie opzioni, rinunciamo alle costose offerte delle agenzie, per arrangiarci da soli con i mezzi pubblici. Partiamo già alle sette di mattina con il bus n.1, a pochi passi dal nostro hotel, per la fermata dei bus interurbani vicino al mercato centrale. Da qui, dopo aver atteso gli altri turisti, si parte per il
villaggio di Bako. La gran parte dei passeggeri sono turisti, ciò che ci permette di prendere i primi contatti per poi organizzarci in comitive per il trasporto in barca verso il parco. Conosciamo subito una giovane coppia di olandesi con i quali faremo il viaggio assieme. Arrivati al villaggio di pescatori di Bako seguiamo la ben organizzata procedura per la registrazione ed il trasporto fino al parco. Il passaggio in barca, con la marea ancora alta, ma in ritirata, è abbastanza tranquillo. La costa è
subito molto frastagliata e con rocce sporgenti, da dove troneggiano gli alberi della foresta tropicale. La baia da dove si entra nel parco è molto caratteristica con da una parte le rocce sporgenti dal mare e faraglioni e dall'altra gli alberi morti di un foresta di mangrovie. Dopo esserci ben informati, registrati, rifocillati partiamo per una escursione di tre ore fino ad una idilliaca baia con spiaggia solitaria. Sul cammino scosceso con continui su e giù abbiamo l'occasione di farci un'impressione della notevole biodiversità floreale. Troviamo molte piante che da noi sono da appartamento e addirittura dei “fiori carnivori” di notevoli dimensioni. Sul cammino incrociamo e conosciamo una coppia di Svizzer, lui della Bregaglia e lei del canton Turgovia che ci dicono di essere venuti qui nel Borneo per scappare al brutto e lungo inverno turgoviese. Sulla spiaggia solitari rimaniamo più di un'ora e assistiamo alla visita di un cinghiale che tranquillamente pascola intorno a noi raccogliendo tutto quanto di commestibile si trova sulla sabbia. Una vera e propria macchina per lo smaltimento dei rifiuti vegetali! Poi con alle quatto con la marea ancora molto bassa, ciò che ci costringe a fare più di 500m a piedi per imbarcarci, facciamo il viaggio di ritorno a Bako Village. Qui arrivati abbiamo ancora il tempo per fare una breve visita, farci servire un rinfrescante tè ghiacciato, conversare intensamente su quanto vissuto oggi con un neozelandese che vive a Parigi, prima di prendere il bus e ritornare a Kuching. Passeremo poi la sera facendo gli ultimi acquisti ed andando a cenare in un ottimo ristorante indiano, il Tandoori, dove come unici clienti, saremo coccolati tutta la sera. Il solerte proprietario, oltre a intrattenerci con le notizie di politica internazionale, oggi è di attualità il conflitto russo-ucraino
sulla Crimea, ci consiglia continuamente e ci fa provare le sue varie specialità.








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