Partenza in taxi
alle 7.15 senza fare colazione per recarci all'aeroporto
internazionale di Kuching che dista circa 11 km dal centro città.
Non c'è praticamente traffico per cui in neanche 20' siamo
all'aeroporto e facciamo subito il check-inn per andare poi a bere un
caffè e fare colazione in un ristorante della zona d'imbarco.
L'aeroporto è, anche per mia sorpresa, dopo quello di Kuala Lumpur,
il secondo per grandezza ed importanza della Malesia. Il volo MH254,
con un Boing 737/700, parte puntuale, con cielo nuvoloso, in
direzione delle montagne per poi fare un giro di 180o e
poi volare verso il mare.
Tra le nuvole riusciamo a vedere sotto di noi a sprazzi la costa ed il mare. Faremo un volo tranquillo attraverso il mare del sud della Cina, per giungere do ca. una ora e mezzo l'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur. Sorvolando le regioni del sud della penisola Malese, vediamo anche qui le enormi e sconsiderate piantagioni di Palma da olio che sfregiano quel territorio che una volta doveva essere la grande foresta primaria della Malesia. Anche qui è impressionante vedere i meandri delle strade di accesso alle varie piantagioni. Anche prima
dell'atterraggio si sorvolano a bassa quota unicamente piante di palma da olio! Arrivati all'aeroporto KL, dobbiamo passare il controllo dell'immigrazione, come se venissimo da un paese straniero. Passiamo senza problema dato che la scadenza del passaporto non interessava a nessuno! Poi ci affrettiamo ad uscire dall'aeroporto per prendere il bus per la nostra destinazione odierna: Malacca o Melaka come si chiamerebbe in lingua indigena Malè. Dopo le varie laboriose ricerche scopriamo che da qui non c'è alcun bus diretto per Malacca. Bisogna prendere prima un bus locale per il LCCT, il vecchio aeroporto di KL. In neanche 20' siamo li e, dopo aver preso i biglietti, ci imbarchiamo sul confortevole express bus già in attesa per Malacca. Il percorso prevalentemente su autostrada è comodo e confortevole. Malgrado questo però, a causa dell'inteso traffico arriveremo al terminal dei bus di Malacca Sentral in notevole ritardo. Per noi nessun problema, prima di prendere il taxi per l'hotel in centro, ci facciamo servire un rinfrescante tè freddo al limone. Il loquace e gentile taxista ci spiega sul percorso le vicissitudini e la storia di Malacca, oggi in aperto conflitto con l'intenso traffico motorizzato che la percorre. Lui ci dice che per portarci all'hotel che eravamo stati l'ultima volta, il Kota Lodge, invece di passare per il centro , passerà per la periferia città dove l'aria è più respirabile. Noi, dopo il solito sopralluogo optiamo subito per la camera n. 1, molto spaziosa e con balcone. Scaricati bagagli e fatto la doccia partiamo per fare un primo e veloce sopralluogo dei posti nevralgici di Malacca, parte della Jonker Street, il lungofiume, la chiesa portoghese e la casa comunale (Stadhuyse) olandese, prima di andare a cena in un ristorantino sul lungofiume. Poi lunga e faticosa camminata notturna per ritornare al nostro tranquillo hotel. Qui non ci lasciamo sfuggire la foto notturna del lungofiume con la ruota del mulino illuminato.
Tra le nuvole riusciamo a vedere sotto di noi a sprazzi la costa ed il mare. Faremo un volo tranquillo attraverso il mare del sud della Cina, per giungere do ca. una ora e mezzo l'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur. Sorvolando le regioni del sud della penisola Malese, vediamo anche qui le enormi e sconsiderate piantagioni di Palma da olio che sfregiano quel territorio che una volta doveva essere la grande foresta primaria della Malesia. Anche qui è impressionante vedere i meandri delle strade di accesso alle varie piantagioni. Anche prima
dell'atterraggio si sorvolano a bassa quota unicamente piante di palma da olio! Arrivati all'aeroporto KL, dobbiamo passare il controllo dell'immigrazione, come se venissimo da un paese straniero. Passiamo senza problema dato che la scadenza del passaporto non interessava a nessuno! Poi ci affrettiamo ad uscire dall'aeroporto per prendere il bus per la nostra destinazione odierna: Malacca o Melaka come si chiamerebbe in lingua indigena Malè. Dopo le varie laboriose ricerche scopriamo che da qui non c'è alcun bus diretto per Malacca. Bisogna prendere prima un bus locale per il LCCT, il vecchio aeroporto di KL. In neanche 20' siamo li e, dopo aver preso i biglietti, ci imbarchiamo sul confortevole express bus già in attesa per Malacca. Il percorso prevalentemente su autostrada è comodo e confortevole. Malgrado questo però, a causa dell'inteso traffico arriveremo al terminal dei bus di Malacca Sentral in notevole ritardo. Per noi nessun problema, prima di prendere il taxi per l'hotel in centro, ci facciamo servire un rinfrescante tè freddo al limone. Il loquace e gentile taxista ci spiega sul percorso le vicissitudini e la storia di Malacca, oggi in aperto conflitto con l'intenso traffico motorizzato che la percorre. Lui ci dice che per portarci all'hotel che eravamo stati l'ultima volta, il Kota Lodge, invece di passare per il centro , passerà per la periferia città dove l'aria è più respirabile. Noi, dopo il solito sopralluogo optiamo subito per la camera n. 1, molto spaziosa e con balcone. Scaricati bagagli e fatto la doccia partiamo per fare un primo e veloce sopralluogo dei posti nevralgici di Malacca, parte della Jonker Street, il lungofiume, la chiesa portoghese e la casa comunale (Stadhuyse) olandese, prima di andare a cena in un ristorantino sul lungofiume. Poi lunga e faticosa camminata notturna per ritornare al nostro tranquillo hotel. Qui non ci lasciamo sfuggire la foto notturna del lungofiume con la ruota del mulino illuminato.
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